lunedì 20 novembre 2017

RECENSIONE: LA RAGAZZA NELLA NEBBIA

Titolo: La ragazza nella nebbia
Autore:  Donato Carrisi
Editore: Longanesi
Pagine: 373

Prezzo e-book: 9,99
Prezzo cartaceo: 12,67 /9,00
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SINOSSI:

La notte in cui tutto cambia per sempre è una notte di ghiaccio e nebbia ad Avechot, un paese rintanato in una valle profonda fra le ombre delle Alpi. Forse è stata proprio colpa della nebbia se l’auto dell’agente speciale Vogel è finita in un fosso. Un banale incidente.
Vogel è illeso, ma sotto shock. Non ricorda perché è lì e come ci è arrivato.
Eppure una cosa è certa: l’agente speciale Vogel dovrebbe trovarsi da tutt’altra parte, lontano da Avechot.
Infatti, sono ormai passati due mesi da quando una ragazzina del paese è scomparsa nella nebbia. Due mesi da quando Vogel si è occupato di quello che, da semplice caso di allontanamento volontario, si è trasformato prima in un caso di rapimento e, da lì, in un colossale caso mediatico.
Perché è questa la specialità di Vogel. Non gli interessa nulla del dna, non sa che farsene dei rilevamenti della scientifica, però in una cosa è insuperabile: manovrare i media. Attirare le telecamere, conquistare le prime pagine. Ottenere sempre più fondi per l’indagine grazie all’attenzione e alle pressioni del «pubblico a casa». Santificare la vittima e, alla fine, scovare il mostro e sbatterlo in galera.
Questo è il suo gioco, e questa è la sua «firma». Perché ci vuole uno come lui, privo di scrupoli, sicuro dei propri metodi, per far sì che un crimine riceva ciò che realmente gli spetta: non tanto una soluzione, quanto un’audience.
Sono passati due mesi da tutto questo, e l’agente speciale Vogel dovrebbe essere lontano, ormai, da quelle montagne inospitali. Ma allora, cosa ci fa ancora lì? Perché quell’incidente? Ma soprattutto, visto che è illeso, a chi appartiene il sangue che ha sui vestiti? 



RECENSIONE


Avevo già letto un altro libro di Carrisi e mi era piaciuto tantissimo: Il suggeritore, così, martellata dalla costante pubblicità in tv del film La ragazza nella nebbia, ho deciso di acquistare e leggere questo libro.
Ammetto di averlo letto in un soffio perché Carrisi ha la capacità di far addentrare il lettore all'interno della storia.
Mi sembrava di esserci io, con i vestiti sporchi di sangue, dentro allo studio dello psichiatra Flores.
Detto questo, il libro inizia proprio con l'agente speciale Vogel nello studio di Flores, con i vestiti sporchi di sangue. Sangue che, a quanto sembra, nemmeno lui sa di chi sia. 
Da lì, inizia la storia vera e propria.
Chi è l'agente? Cosa ci faceva ad Avechot, un paesino rintanato tra le Alpi? 

Una scomparsa. Una ragazzina coi capelli rossi e le lentiggini, una ragazza per bene, casa e chiesa, scompare una notte. 
Nessuno l'ha più vista, nessuno sa cosa le è potuto succedere né chi ce l'avesse con lei o con i familiari.
Inizialmente si pensa a una fuga. Chiunque l'avrebbe pensato, non solo l'agente Vogel. Un'adolescente che non poteva scegliere per sé niente, nemmeno le amicizie se non facevano parte della confraternita del paese, ma i genitori la conoscono, non può essere scappata, non la loro bambina. Non aveva segreti. 
Allora iniziano le indagini. Si cerca una ragazzina di tredici anni, scomparsa. La si cerca nel bosco, nel fiume. Si inizia a chiedere alle persone del posto. 
Poi si inizia a cercare un corpo. 
Non si parla più di scomparsa, si parla di omicidio. Ma come si fa a essere sicuri che la ragazza non sia davvero scappata con qualcuno che lei conoscesse? Non ha urlato quando è stata rapita, nessuno ha sentito o visto niente. Com'è possibile?
Allora iniziano i sospetti verso le persone a lei vicino. 



«Ventiquattro» il ristoratore non sembrò capire il senso della risposta, ma Vogel precedette ogni possibile richiesta di delucidazioni. «Ventiquattro sono le ore che, mediamente, gli adolescenti scappati di casa resistono con il cellulare spento. Poi devono per forza chiamare un amico o controllare se su Internet stanno parlando di loro, così vengono localizzati. La maggioranza torna indietro comunque dopo quarantotto ore... Perciò se non si fanno brutti incontri e non accade un incidente, si può dire che fino a due giorni dopo la scomparsa esiste una concreta possibilità che alla fine le cose si mettano per il meglio.»

L'uomo per un attimo sembrò spiazzato. «E poi che succede?»
«Poi, di solito, chiamano me.»

Ammetto che l'agente Vogel, inizialmente, mi stava un po' sulle scatole. Troppo sicuro di sé, troppe magagne per cercare di "apparire" migliore di quel che era. Passate le quarantotto ore dalla scomparsa della ragazza, si inizia a cercare "il mostro". Si dà più importanza a lui e la ragazzina, la povera vittima, passa in secondo piano. Perché è questo che vuole "il mostro". Diventare famoso, far parlare di sé.


La prima regola di un grande romanziere è copiare. Nessuno lo ammette, ma tutti si ispirano a un'opera precedente o a un altro autore. 


Ricordate bene questa frase perché è la chiave del romanzo e (non solo, forse, anche della vita reale) per capire realmente come stanno le cose.

La ragazzina forse non c'entrava nulla? 
Solo uno scherzo del destino?

Il romanzo è un susseguirsi di colpi di scena. Misteri. Quel sospetto che si insinua nella mente del lettore e ti spinge a indagare insieme all'agente. Chi è stato? Perché? E se  non fosse stato nessuno? Sono queste le domande che si pone il lettore durante la lettura di questo romanzo, ma la domanda principale resta comunque: Perché l'agente Vogel era sporco di sangue, sangue non suo? Che cos'è successo? 



La gente non cerca giustizia, vuole solo un colpevole. Per dare un nome alla paura, per sentirsi sicura. Per continuare a illudersi che tutto va bene, che c'è sempre una soluzione.



Cerchiamo sempre di salvare gli altri per salvare noi stessi.


Il finale di questo libro, però, mi ha lasciato con l'amaro in bocca. Non si parla più dei genitori della ragazzina scomparsa. Che fine fanno? Ma la goccia che fa traboccare il vaso riguarda proprio lo psichiatra Flores. Non posso svelarvi nulla, perché farei un enorme spoiler, ma il finale non è quel che mi aspettavo e ha deluso parecchio, per questo non mi sento di dare un voto pieno a questo romanzo. 





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